Qualche giorno fa ho ricevuto un messaggio mail.. Che ho ignorato.. E non saprei dire il motivo.

Spesso la vita ci lancia dei segnali e noi semplicemente e incoscientemente, li ignoriamo..

Ma la vita, a volte, ti prende delicatamente per un braccio, una seconda volta e ti sussurra “aspetta.. non andare oltre, fermati, guardami, ho qualcosa da dirti”.

Così quella mail ritorna alla memoria, e con lei la curiosità di quel messaggio, che altro non era se non un commento al mio ultimo post di ben 9 anni fa.

Descrivere la sensazione che ho provato non è semplice.

È stato come ritrovare una persona a cui hai voluto bene, tanto, alla quale hai donato sincerità totale , con la quale hai condiviso pensieri, emozioni, silenzi, tutto.

Stupore, misto a felicità ed euforia.. E poi.. La voglia di riprendere a parlare, così come allora, con la stessa confidenza che si ricrea con quell’amica/o speciale anche dopo anni di assenza.

Ho iniziato a rileggermi, è strano.. Tanto di quello che ero non c’è più, e ne sono felice. Ho letto di emozioni così cupe, senza riconoscerle, eppure erano le mie.

È bello sapere di essere una persona diversa, e non per caso.. Non per eventi fortuiti della vita o per aver ricevuto aiuti da qualcuno.

È bello sapere di aver deciso da sola, in un momento preciso, di voler cambiare, di voler essere altro. Ed è stata una decisione sofferta.. Avete idea di cosa possa voler dire abbandonare quasi tutto di te? Strappare un pezzo dopo l’altro ciò che più ti rappresenta? Sradicare le convinzioni, i punti fermi, i desideri, che fino al giorno prima avevano significato tutto, così tanto da non farti mai dubitare, nonostante tutto. Fino a quel giorno. È stato dolore puro. Una tortura autoinflitta. Fino alle viscere e oltre.

Ci sono voluti anni. Circa 3, per iniziare a vedere un vero cambiamento. E altri 4 per completarlo. È stato un lavoro costante, continuo, di ricerca, di lotta contro me stessa. Una guerra. Non sempre vincevo. A volte mi perdevo in mezzo ai pezzi del puzzle. La confusione prendeva il sopravvento e ricadevo in vecchi pensieri, vecchie abitudini, quelle che conoscevo bene e mi facevano sentire al sicuro.

Perché in fondo era così. Non importava quanto il mio modo di vivere fosse malsano, era il mio, ed era l’unico che conoscevo. Tutto il resto era una novità, e mi spaventava. Avevo paura di finire dentro una trappola, dentro la finzione, dentro sorrisi imbalsamati. E avevo paura di non essere all’altezza. “potrà mai davvero, un essere come me, trovare la felicità?” – Un fiore insano.. Un angelo anormale..che cade- come direbbero i Verdena.

Ma non mi sono arresa, alla fine non lo faccio mai. E giorno dopo giorno ho dato spazio alla Me che volevo essere.. Che sentivo di poter essere.

Che sono.

Quella grotta ghiacciata che mi ha tenuto al sicuro per tanto tempo, non esiste più. All’inizio ho provato ad arredarla, a renderla più luminosa, e più calda. Ma non era abbastanza, e senza neanche renderme conto.. Non ci sono più tornata, l’ho dimenticata.

Sorrido.

Scrivo tutto questo perché rileggermi mi ha fatto sentire orgogliosa. Lo sono davvero tanto. Orgogliosa di me. Nessuno saprà mai per quali strade infernali ho dovuto camminare, perché non c’era nessuno con me. E va bene così. Era la mia sfida, e l’ho vinta 🙂

È incredibile essere qui di nuovo. Scriverei ancora e ancora e ancora, come se non avessi mai smesso. Ed è bello..

La mia finestra nel cielo.